lunedì 11 luglio 2011

Appena laureato in informatica, e ora? Progettate l'estero come Dario Sacchetti.

Molti studenti, una volta terminati gli studi, provano a cercare lavoro nella loro città. Ma non Dario che, fin da subito, ha avuto le idee chiare di dove volesse andare. Ed ecco la sua storia.

Ciao Dario, dove sei ora?
Mi trovo a Lyngby, un paesino che dista 12 km da Copenhagen e nel quale si trova il DTU (Danish Technical University), ma ancora prima ero a Dublino, quindi la vera partenza per l’estero è stata verso l’Irlanda, nell’aprile del 2009.

Come sei arrivato Dublino?
Tramite un progetto molto simile al Leonardo da Vinci. Tale progetto, chiamato “Giovani In Europa”, era sponsorizzato solamente da fondi del comune di Carpi ( e non da fondi europei come spesso accade) e consentiva a 7 giovani studenti o già laureati di trascorrere 3 mesi in Irlanda durante i quali era previsto un corso di lingua per le prime 3 settimane e un’esperienza di stage presso una ditta locale che veniva individuata dall’ente ospitante. (Da li ho fatto la preparazione all’esame del Cambridge certificate.)

Ti eri già laureato quando sei partito?
Io mi ero laureato proprio quel mese e, durante il periodo in cui stavo scrivendo la tesi, cercavo un modo per andare a lavorare all’estero, dato che il mio obbiettivo era di fare un esperienza internazionale che mi potesse dare una visione allargata del mondo del lavoro.

Ma il tuo obiettivo era di lavorare all’estero?
Si, volevo fare la mia prima esperienza lavorativa fuori.

Come mai proprio Dublino?
Volevo puntare la mia esperienza su paesi anglosassoni perché, oltre a lavorare all’estero come prima esperienza lavorativa, volevo imparare l’inglese ad un alto livello. Cio' non mi era stato possibile in Italia, anche se avevo cercato di studiare inglese all’interno della mia università sfruttando ogni corso possibile. Basti pensare che ho dovuto richiedere formalmente di poter sostenere un esame di inglese di livello B poiché non previsto nel mio piano di studi. E’ assurdo pensare che in una facoltà di Ingegneria la conoscenza della lingua inglese venga considerata ancora come una materia secondaria e non una “skill” essenziale per il successo nel mondo lavorativo.

Il tuo background accademico?
Dopo aver frequentato un istituto tecnico industriale, indirizzo elettronico, mi iscrissi alla laurea triennale di Ingegneria Informatica, sede di Modena. Successivamente conseguii pure la specialistica, sempre presso la stessa Facoltà.

Avevi già affrontato un'esperienza all'estero?
A 22 anni avevo partecipato ad un campo di lavoro internazionale organizzato da Legambiente in Italia. Fu una bellissima esperienza che mi permise di aprire gli occhi su quello che c’era oltre i confini nazionali e da allora meditavo di partire per un periodo di almeno 6 mesi per l’estero. Nonostante la spinta che già avevo durante gli anni della specialistica, decisi di non partecipare al progetto Erasmus principalmente a causa della cifra minima a cui ammontava a borsa di studio che non mi avrebbe permesso di auto-sostenermi all’estero.
Se fossi andato all’estero non solo avrei dovuto far fronte a piu’ spese, ma avrei anche perso una fonte di guadagno sicura che mi ero conquistando duranti gli anni. Per di più, proprio nel periodo della specialistica, ero riuscito ad arrivare a fare il DJ nei due club più popolari di Modena con un discreto successo e non ci stavo a mollare tutto dopo anni di sacrifici.
Col tempo pero’, maturai la convinzione che se fossi rimasto ancorato a quel mondo e a quel tipo di vita non avrei mai preso il volo verso l’estero. Nel mentre ero arrivato a sostenere la laurea specialistica e mi era già stato offerto un posto fisso nella ditta presso la quale avevo effettuato lo stage con tanto di 14esima garantita. La ditta si occupava anche di Energie Rinnovabili, cosa di cui mi occupo tuttora, ed i colleghi erano eccezionali tant’e’ che mi sento con loro anche adesso. Ma ormai avevo questo chiodo fisso e nessuno riusciva più a levarmelo.
Scelsi la borsa di studio di 3 mesi per un luogo sconosciuto piuttosto che un posto fisso di fianco a casa. E’ cosi che sono finito qui!

E’ stato difficile riuscire ad ottenere una borsa di studio per l’estero?
All’inizio della ricerca, non pensavo che sarebbe stato facile ottenere una borsa di studio per l’estero. Nel mio caso però, una volta iniziata la selezione, spinto dalle mie motivazioni e aiutato dal mio background accademico, ho iniziato a rendermi conto che ce l’avrei potuta fare. Il progetto ricalcava il Leonardo come metodologia e struttura, ma non avendo ricevuto finanziamenti dalla Comunità Europea, non era propriamente una borsa di studio Leonardo Da Vinci. Si chiamava “Giovani In Europa” ed era totalmente finanziato dal Comune di Carpi in collaborazione con banche ed enti locali. In ogni caso, alla prima selezione eravamo 13 richiedenti, mentre le borse di studio a disposizione erano soltanto 7; di quei 13, 4 si ritirarono prima della prova di inglese mentre 2 decisero di non partire pur essendo stati accettati. In sostanza, tutti quelli che all’inizio erano seriamente intenzionati a partire ce la fecero.

Raccontaci di questo progetto “Giovani in Europa”?
Prevedeva due parti: la prima consisteva in 3 settimane di corso di inglese intensivo mentre la seconda prevedeva un tirocinio professionale di circa due mesi.
Il corso di inglese si è svolto in un paesino sperduto nel sud dell’Irlanda di nome Bandon nel quale alloggiavo con un altro borsista presso un ragazzo irlandese. Durante le 3 settimane si sono alternate lezioni classiche frontali con visite guidate ad alcuni dei luoghi più belli del Sud dell’Irlanda, angoli di Mondo degni di essere visitati almeno una volta nella vita.
Durante la terza settimana sono poi andato a Dublino, dove ho sostenuto un colloquio presso la ditta che dalla settimana dopo mi avrebbe assunto come stagista. Ho quindi trascorso un po’ più di 2 mesi nella capitale della verde Irlanda durante i quali ho potuto esplorare il mondo del lavoro in una delle città più dinamiche nel settore dell’Informatica.
La borsa di studio mi permetteva di non dover preoccuparmi delle spese di alloggio ed inoltre includeva una sorta di paghetta settimanale pari a 50 €, sufficienti a far fronte ai beni di prima necessità. Sicuramente 50 euro non erano tanti, ma me li sono fatto bastare! Ho sempre creduto però che le borse di studio date a chi è già laureato dovrebbe prevedere una responsabilità maggiore verso il borsista, che dovrebbe essere in grado di gestire l’ammontare del finanziamento personale in totale autonomia.

Che tipo di colloquio hai dovuto sostenere?
Il tono del colloquio è stato abbastanza informale ed era presente solamente l’IT manager. Era interessato particolarmente alle mie skills in tema di “WebServices”, tecnologie “SOAP” ed altri linguaggi di programmazione specifici. Si sono anche dimostrati interessati alla mia tesi specialistica, specialmente riguardo mysq, php e javascript. Essendo la ditta di piccole dimensioni, non ho dovuto sostenere un colloquio con il manager delle risorse umane ed aspettare giorni prima di una conferma. Al contrario, dopo pochi minuti mi dissero che ero stato preso.

Come era l’ambiente?
Certamente internazionale. L’IT manager, quello del colloquio, ed un altro collega erano russi, oltre ad alcuni colleghi polacchi, portoghesi ed una segretaria italiana. Naturalmente erano presenti anche impiegati irlandesi, con i quali, soprattutto all’inizio ed a causa del loro forte accento, il dialogo non è stato ne facile ne spontaneo per le evidenti barriere linguistiche che ancora avevo. Col tempo, poi, tutto è diventato più facile.

In Irlanda in quel periodo si viveva un forte periodo di crisi, come lo hai vissuto?
La società per la quale lavoravo aveva clienti principalmente nell’ - oil and gas industry -, quindi non ho mai visto grandi problemi causati dalla crisi. Mentre alcuni miei amici mi raccontavano di una Dublino diversa, fortemente cambiata dopo la crisi, sentivo di persone che cambiavano lavoro proprio in quel periodo. In ogni caso, non avevo termini di paragone, essendo arrivato già a crisi inoltrata.
Posso menzionarti un esempio però: ricordo l’esperienza di un mio amico che da Bologna si trasferì a Dublino agli inizi del 2000. Ingegnere informatico con master in sicurezza dei sistemi informatici ed un paio di anni di esperienza alle spalle. Quando pubblicò il suo CV su Monster.ie, il giorno dopo ricevette 18 telefonate, ognuna delle quali rappresentava un’offerta di lavoro. Ecco, nel periodo post 2008, storie di questo tipo non le ho più sentite!

Finiti questi tre mesi cosa succede?
Chiedo di restare nella compagnia per un contratto di un anno, che mi viene stipulato prima di tornare a casa per le vacanze di Agosto. La stipendio netto ammonta a circa 1700€, ma posso dire con sicurezza che era uno degli stipendi più bassi nel settore IT!
Nel frattempo andava sempre di più maturando l’idea di studiare nel campo delle energie rinnovabili. Era già da alcuni anni che mi guardavo intorno e cercavo di capire quali erano i migliori master internazionali nel settore e se erano alla mia portata. Individuai nel DTU (Technical University of Denmark) l’università su cui puntare, essendo fortemente specializzata sulle energie verdi, come d’altronde buona parte dei paesi scandinavi. Il DTU offre difatti un Master Internazionale di livello eccellente in “Sustainable Energy”, con possibilità di specializzazione in svariati campi, completamente gratuito per tutti gli studenti europei.
Preparai quindi tutta la documentazione necessaria per la domanda di ammissione, proprio come si vede nei film americani, e a Marzo 2010 spedii il tutto. Dopo meno di 2 mesi ricevetti la lettera di ammissione con le congratulazione del rettore! Ora ero consapevole che da quel momento in poi la mia vita sarebbe cambiata.


Continua...

2 commenti:

Nico ha detto...

Ciao Dario (e ciao a tutti i lettori di italians in fuga),

Bravo è davvero una bella avventura quella che stai vivendo, ti invidio in senso buono! :)

Per l'appunto anch'io sto per (ri) partire per la specialistica, direzione Copenhagen. studierò infatti per due anni alla CBS, Copenhagen Business School e per questo motivo sto cercando di informarmi su alcuni aspetti legislativi riguardo l'immigrazione in Danimarca che possono tornare a mio favore.

In particolare so per certo che avendo un permesso di soggiorno da lavoratore (per il quale è necessario lavorare almeno 10 ore a settimana) ed essendo iscritto nel contempo ad un'università danese, ottieni il diritto a ricevere i contributi statali per l'educazione che i cittadini danesi prendono regolarmente (fino ad un massimo di circa 700 € al mese).

In questo senso avrei una domanda, chissà che non ottenga anche una risposta!! Mi chiedo se sia possibile ottenere un permesso di soggiorno da lavoratore in Danimarca lavorando in Danimarca, ma per un'azienda italiana non registrata in Danimarca e senza filiali in loco!?

Rinnovo i complimenti e in bocca al lupo a te a tutti coloro che scelgono di seguire percorsi internazionali come il tuo! :)

Nicola

Sacchetti Dario ha detto...

Ciao Nico,

Innanzitutto grazie per i complimenti :) Se poi stai arrivando in DK, l'invidia che hai al momento finirà ben presto!

Dunque, ciò che tu dai per certo, io qui non l'ho mai visto. Ho un sacco di amici internazionali, alcuni anche che lavorano, ma non ne conosco nemmeno uno che riceva la SU. Leggendo un po' su Internet, ho però scoperto che quello che dici tu sembra possibile e che
potresti effettivamente ricevere la tanto agoniata borsa di studio danese.

Non è però chiaro quali siano i requisiti. Alcuni dicono che basta lavorare http://yhoo.it/nSgKBu, altri che si può ma le regole sono "complesse" http://yhoo.it/oAkp3N. Recentemente http://bit.ly/qcq7qo, il partito di destra danese ha detto di voler eliminare il supporto allo studio per i cittadini stranieri, dicendo che nel 2008, ben 6500 stranieri hanno ottenuto la SU e puntualizzando che è possibile ottenerla dopo aver "studiato e lavorato in Dk per 2 anni".

Riguardo la tua domanda in particolare: come fai a lavorare in DK, se il tuo lavoro è con una ditta NON danese, SENZA filiali in DK? A chi le pagheresti le tasse :)?
Se mi dai più info posso certamente informarmi, ma con le informazioni in mio possesso al momento, non so darti una risposta certa. Sorry!

A parte cavilli burocratici, la SU è pensata SOLO per chi possiede la CITTADINANZA DANESE. E credo sia corretto così! :)
Certamente noi italiani li guardiamo con occhi alquanto sbalorditi, abituati alle nostre università e al concetto che l'istruzione si paga cara.
Trovo già straordinario che abbiano lasciato l'educazione, anche a livello Master, completamente gratuita per gli europei, rendendo di fatto possibile farsi un'educazione di elevata qualità al solo costo di sostenere le spese di vita quotadiana.

La Danimarca è una nazione dalla quale abbiamo un sacco da imparare, and IMHO, vale la pena viverla anche senza SU ;-)

Ciao!
Dario