lunedì 25 luglio 2011

Le migliori 50 università di informatica nel mondo.

Figure come systems analyst, database administrators e software architect, in lotta per poter entrare nelle migliori aziende quali Google, Microsoft o Oracle. Individuare la migliore università di informatica aiuterà sicuramente i datori di lavoro nell’offrire un ruolo importante all’interno della proprio società.
MIT Campus
Se si sogna di diventare un professionista con la P maiuscola, una Laurea in Informatica in una delle migliori università del mondo fornirà facile accesso in un settore cosi’ competitivo quanto redditizio come quello dell’IT.

Davanti alle più prestigiose università quali Stanford e Cambridge, l’MIT (Massachusetts Institute of Technology) è in cima a tutte le classifiche mondiali come la migliore per lo studio delle scienze e delle tecnologie. Gli Stati Uniti da anni ormai si portano sempre in vetta a questo tipo di classifica con nomi come Stanford, Berkeley ed Harvard rispettivamente al secondo, quarto e quinto posto. A seguire c’e' il Regno Unito con Cambridge ed Oxford al terzo e al sesto posto.


Posizione

Università

Nazione

1

Massachusetts Institute of Technology (MIT)

United States

2

Stanford University

United States

3

University of Cambridge

United Kingdom

4

University of California, Berkeley (UCB)

United States

5

Harvard University

United States

6

of Oxford

United Kingdom

7

California Institute of Technology (Caltech)

United States

8

University of California, Los Angeles (UCLA)

United States

9

Carnegie Mellon University

United States

10

University of Toronto

Canada

11

ETH Zurich (Swiss Federal Institute of Technology)

Switzerland

12

National University of Singapore (NUS)

Singapore

13

Princeton University

United States

14

Cornell University

United States

15

Imperial College London

United Kingdom

16

University

United States

17

Columbia University

United States

18

University of Texas at Austin

United States

19

Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne

Switzerland

20

University of Chicago

United States

21

The University of Melbourne

Australia

22

University of Michigan

United States

23

University

Canada

24

University of Pennsylvania

United States

25

University of Washington

United States

26

The Hong Kong University of Science and Technology

Hong Kong

27

University of British Columbia

Canada

28

University of Illinois at Urbana-Champaign

United States

29

University

United States

30

University of Edinburgh

United Kingdom

31

The University of Manchester

United Kingdom

32

École Normale Supérieure, Paris

France

33

Georgia Institute of Technology

United States

34

Australian National University

Australia

35

University of Tokyo

Japan

36

University of Waterloo

Canada

37

University of California, San Diego (UCSD)

United States

38

University of Sydney

Australia

39

New York University (NYU)

United States

40

The University of Auckland

New Zealand

41

University of Hong Kong

Hong Kong

42

The University of New South Wales

Australia

43

Indian Institute of Technology Delhi (IITD)

India

44

Tsinghua University

China

45

University

China

46

of Basel

Switzerland

47

University of Amsterdam

Netherlands

48

The University of Queensland

Australia

49

London School of Economics and Political Science (LSE)

United Kingdom

50

Indian Institute of Technology Bombay (IITB)

India

L’Italia si porta fuori dalla top 50, piazzandosi al 73 posto con il suo Politecnico di Milano, per poi seguire con l’Università Sapienza di Roma al 126 posto, l’Università di Bologna al 130 e il Politecnico di Torino al 163.


Fonte: www.topuniversities.com

Lavorare a Stoccolma. Storia di un programmatore in Svezia.

Mi chiamo Renato Golia, sono nato a Napoli dove ho studiato Ingegneria Informatica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli. Con il senno di poi, non mi vergogno di dire che ero uno di quei "bamboccioni" che vivevano a casa con la madre e, per sgravare le uscite fine settimanali dal conto familiare cercava di raccattare qualche soldo con vari lavoretti, per lo più vendita ed assistenza tecnica di PC e realizzazione di siti web.


Perché hai studiato informatica?
L’informatica é stata la mia passione sin da quando ero piccolo. Mio padre mi ha avvicinato alla programmazione che avevo 10 anni e da allora il mondo dei computer mi ha sempre appassionato a 360 gradi: dalla programmazione all’hardware passando per i videogiochi, all’epoca rigorosamente per PC. Posso dire che questa passione é sempre stato il motore fondamentale delle mie scelte. Alle superiori, nonostante stessi frequentando la Scuola Militare “Nunziatella” che mi avrebbe permesso un accesso facilitato alla carriera militare da Ufficiale, rifiutai tale percorso semplicemente perché le Accademie non offrivano un percorso di studi riguardante l’informatica sufficientemente interessante. Di fatto all’epoca la scelta era tra Scienze Informatiche ed Ingegneria Informatica. Perché la seconda? Un po’ il papà ingegnere ha aiutato, un po’ Ingegneria ha sempre offerto una stabilità lavorativa che non ha pari nelle altre facoltà.

Quali sono state la ragioni che ti hanno spinto a vivere all'estero?
Un po’ per esperienza personale accumulata tra colloqui di lavoro con personaggi che definire particolari é un complimento, un po’ per i racconti di amici che già erano approdati al mondo del lavoro, sapevo che il panorama informatico italiano non é dei migliori. Soprattutto se si considera la gerontocrazia di fondo tipicamente italiana e la legislazione del mondo del lavoro che di certo non tutela i ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro.

Come ti sei sentito quando hai scelto di partire?
Ricordo bene il giorno in cui decisi che, prima o poi, avrei lasciato Napoli. In quei tempi si era nel bel mezzo della prima crisi dei rifiuti. Il giardinetto vicino casa era totalmente ricoperto di sacchetti di spazzatura, al punto che una macchina ne era sommersa completamente. La sera prima ero sceso a fare una passeggiata con il cane e qualcuno aveva dato fuoco ad un altro cumulo nei pressi e con esso il cassonetto. Dire che l’aria era tossica é un eufemismo. La mattina dopo mi svegliai con un senso di angoscia per il presente e per il futuro, e la prima cosa che feci fu cercare lavoro a Stoccolma su internet. I miei genitori mi hanno sempre appoggiato, forse perché vedevano lo sfacelo in cui Napoli stava lentamente ma inesorabilmente crollando e perché sapevano che l’Italia non é più un posto adatto ad un ragazzo che vuole crescere come individuo.
La mia ragazza meno. E non a torto, direi. Dopotutto emigrare significa sostanzialmente tagliare con la propria vita presente e passata per iniziarne una nuova. E lei, mio malgrado, faceva parte di quella vita che mi stavo impegnando a tagliare.
Certo l’idea di abbandonare la propria città a sé stessa ed al suo destino e con essa tutto ciò che mi é stato caro per 25 anni é stata ed é tuttora difficile da sopportare. Da un lato le accuse di egoismo che ho ricevuto da alcuni conoscenti per la mia partenza mi hanno ferito, ma la consapevolezza che il Romanticismo ai giorni nostri difficilmente paga, mi hanno portato a stringere i denti ed ad andare avanti per la strada che avevo scelto.

Come sei arrivato in Svezia?
Premesso che la domanda corretta é “come sei arrivato a Stoccolma?” perché il mio obiettivo é sempre stato questa città. Posizioni al di fuori di questa città non sono mai state neanche prese in considerazione. C’é da dire che io sono arrivato a Stoccolma senza avere un lavoro. Avevo un certo budget ed una scadenza. Se riuscivo bene, altrimenti si tornava in Italia e la favola sarebbe finita lì. Evidentemente mi é andata bene ;) Per il lavoro mi sono affidato a Monster.se dall’Italia e, una volta approdato a Stoccolma, al sito del collocamento svedese. Confesso che ero già pronto all’idea di trovare un lavoro come lavapiatti in qualche ristorante italiano, un po’ stile emigrato anni ’50. La fortuna é che la compagnia dove lavoro ora ha visto in me delle potenzialità ed ha valutato tali potenzialità maggiori delle difficoltà iniziali dovute all’introdurre l’inglese in un ambiente di lavoro prettamente svedese fino a quel momento.

Che tipo di difficoltà hai incontrato durante questo tuo periodo?
Credo che la difficoltà maggiore sia di carattere comunicativo. Sebbene gli svedesi conoscano mediamente bene l’inglese la loro lingua madre resta lo svedese: ciò significa che in un gruppo a prevalenza svedese si parli prevalentemente svedese. Cosa perfettamente legittima sia chiaro, ma per uno straniero può essere disarmante, soprattutto i primi tempi. Al contrario le istituzioni fanno di tutto per metterti a tuo agio. Gran parte dei siti governativi hanno una pagina in inglese e c’é sempre qualcuno disponibile a parlare in inglese per risolvere i tuoi problemi.

Come hai fatto per trovare un alloggio?
Per la casa, confesso di essere stato fortunato, lasciai un annuncio su un giornale online ed il proprietario della casa dove sono stato per un anno mi contattò e ci si accordò. Oddio, con il senno di poi avrei potuto cercare un po’ meglio, vivere per un anno in una stanza di circa 10 metri quadri non é semplice. Quando dopo un anno avevo raggiunto un contratto di lavoro sufficientemente solido, contratto a tempo indeterminato, con i sei mesi di prova già effettuati, ho deciso di comprare casa. Con un aiuto della famiglia ed i suggerimenti di colleghi, ci sono riuscito.

Adesso di cosa ti occupi?
Al momento ricopro il ruolo di Software Architect dell’azienda per cui lavoro e sono responsabile di esplorare nuove tecnologie che via via si affacciano nel dinamico mondo dello sviluppo software, della progettazione di soluzioni per i problemi più avanzati ed, in generale, mi preoccupo di aiutare il resto del gruppo fornendo loro tools che possono usare nel loro lavoro di tutti i giorni. A lavoro usiamo praticamente solo tecnologie Microsoft, dal Framework .NET, a Windows Server ed SQL Server 2008. Da circa un anno abbiamo dismesso l’infrastruttura IT che avevamo in housing presso un provider locale per spostare tutti i nostri server su Amazon EC2. Per essere più precisi, l’azienda si muove nel mercato della formazione mettendo in contatto studenti ed università o, nel caso del segmento professionale, aziende di formazione ed i loro clienti. Al momento sto guidando un grosso progetto che prevede la realizzazione di una versione totalmente rinnovata dell’infrastruttura software che, da qui a 5 mesi, interromperà la piattaforma attuale che, nonostante vari restyling é praticamente la stessa da 8 anni a questa parte essendo nata dalla migrazione ad ASN.Net da Classic ASP. Il progetto attuale prevede l’utilizzo stabile di tecnologie moderne quali Entity Framework 4.1, TPL ed MVC3 anche attraverso una distinzione formale dei diversi strati e, laddove possibile, l’utilizzo di un’architettura più service oriented, soprattutto per quanto riguarda il back end della piattaforma.

Quali sono stati i pro e i contro del tuo paese ospitante con l'Italia?
In entrambi i casi dico “i ritmi”. La vita svedese é nel suo complesso più rilassata. La mattina non si deve lottare con il traffico per andare a lavoro, con la metropolitana, escluse cause di forza maggiore, ci puoi regolare l’orologio e quando perdo un autobus é perché l’autista parte in anticipo (cosa odiosa -.-). Allo stesso modo il ritmo della vita stoccolmese é qualcosa che mi fa mancare l’Italia e soprattutto Napoli. Da noi, la sera si esce verso le 11 e si va a ballare verso l’una di notte, i pub cucinano e restano aperti per quasi tutta la notte. Qui invece i pub/bar chiudono all’una, il 75% delle discoteche chiude alle tre, ed il resto alle cinque. Poi tutti a casa. In poche parole la vita stoccolmese ha un ritmo più lento che vede nei suoi pro la mancanza di stress ma, allo stesso modo, alla lunga può risultare noiosa. Spero di aver reso l’idea. Poi vabbé, una cosa che veramente non sopporto é il fatto che i negozi chiudano presto forzandoti ad uscire prima dall’ufficio qualora si volesse fare un po’ di spesa al di là delle cibarie. Personalmente la trovo una cosa inaccettabile per una città che si presenta come la capitale della Scandinavia.

Pro e contro in confronto al settore IT italiano?
Credo che il principale lato positivo é che in Svezia non c’é la stessa corsa alla laurea che abbiamo in Italia. Questo vuol dire che il proprio titolo di studio, soprattutto se supportato da una buona base di capacità personali, rende di piú. In compenso, data l’enorme popolarità di corsi brevi professionalizzanti in sostituzione della laurea, ci si trova spesso a lavorare con persone che sono perfettamente capaci di
lavorare con quello specifico strumento (tipo: C# con ASP.NET) ma che vanno nel panico quando chiedi loro di pensare “out of the box”.
Più in generale credo che la Svezia dia molte possibilità a giovani startup: i proprietari della mia azienda hanno da poco compiuto 30 anni, e non credo sia un caso che realtà come Spotify e Skype siano nate in Svezia.

Consiglieresti mai a qualcuno di lavorare in Svezia?
Complessivamente sì, il lavoratore qui é tutelato prima che dai sindacati, dalla mentalità delle persone. Forse sono stato io ad essere stato fortunato, ma sono sempre stato conscio della possibilità di poter essere raggirato per la mia mancanza di conoscenza del sistema lavorativo in cui mi ero andato a calare nonostante le tutele che l’essere un cittadino della Comunità Europea mi dava.

Torneresti a lavorare in Italia?
Non credo che tornerei in Italia per lavorare. Forse solo un giorno per godermi la pensione. Perché? Per sentirmi a casa. Uno tra tanti, senza essere costretto a lottare ogni giorno, contro l’implicita barriera che divide due culture diverse. Alla lunga sono le piccole cose che ti mancano: il salumiere che ti saluta quando entri, il bar sotto casa o quello sotto l’ufficio, lo stare seduto in metro ed apprezzare quello che si dicono i tuoi vicini senza dover preoccuparti di tradurre.

Come vedono i datori di lavori italiani i giovani che lavorano all'estero?
Ho ricevuto qualche chiamata dall’Italia per qualche offerta di lavoro, ma i contatti si sono interrotti quando hanno saputo le responsabilità che ricopro al momento e, soprattutto, lo stipendio che percepisco. C’é da dire che al momento ricopro un ruolo che difficilmente viene assegnato a chi ha solo tre anni di esperienza lavorativa a curriculum (purtroppo i tanti siti fatti in nero non contano) quando normalmente si viene considerati un Senior Developer dopo 5 anni di esperienza lavorativa accertata.

Dove immagini il tuo futuro, a Stoccolma o da un'altra parte?
Sicuramente non in Italia, se non durante le vacanze estive. Stoccolma? Forse. Quando mi viene fatta questa domanda rispondo sempre che una volta fatto il primo passo fuori casa, il secondo viene naturale. Io il mio primo passo l’ho già fatto e finora non c’é nulla che mi leghi qui se non una casa di proprietà ed il piacere di vivere in una città che mi piace. Qualora dovesse arrivare una chiamata da una delle due società per cui intimamente sogno di lavorare, sebbene mi dispiacerebbe lasciare il Vecchio Continente, non credo che mi farei tanti scrupoli. Certo una famiglia cambia tutte le carte in tavola, ma per ora il problema non si pone. ;)

mercoledì 20 luglio 2011

Vivere in Nuova Zelanda. Un informatico con la tavola da surf.

Lui si chiama Claudio Contin. Nato e cresciuto a Bergamo, ora si trova Wellington in Nuova Zelanda per seguire una sua grande passione: il surf.


Come mai hai scelto di studiare informatica?
Dopo aver ottenuto il diploma di geometra, ho deciso di studiare informatica per la passione che avevo gia' da bambino per computer e tecnologia. Ho completato la laurea triennale in Comunicazione Digitale nel 2003 presso l'Università degli Studi di Milano; nel 2005 ho completato un master universitario di primo livello presso il Cefriel, organizzato dall'Universita' degli Studi di Milano. In Italia ho lavorato come programmatore web Java e sistemista Windows/Lotus Notes mentre studiavo per la laurea. Finita la laurea, ho lavorato come sistemista Windows presso una società vicino a dove abitavo, poi ho cominciato il master e ho dovuto licenziarmi (il master richiedeva presenza full time, ogni giorno). Finiti gli studi, ho lavorato come "contrattista" a partita iva; ho lavorato su diverse tipologie di progetti, da sicurezza, a installazioni server Linux, a sviluppo web Java e PHP.

Quali sono state la ragioni che ti hanno spinto a vivere all'estero?
Voglia di cambiamento, nuove avventure, stanco della situazione stagnante italiana, piena di opportunisti, dove la meritocrazia non esiste.

Come sei arrivato in Nuova Zelanda?
Ho scelto la Nuova Zelanda, perche' dalle informazioni che avevo raccolto, mi sembrava un paese con tante possibilta' lavorative nel settore; inoltre avevo intenzione di imparare il surf, ed essendo patito di sci e snowboard, ho optato per questa opzione. All'inizio ho vissuto in condivisione in case con altre persone, ma dopo qualche mese sono andato a vivere con una ragazza con cui avevo iniziato una relazione e che ora e' diventata mia moglie; abbiamo comprato casa da un annetto.

Che siti ci suggerisci per cercare un lavoro ed un alloggio?
Esistono molti siti web per questo tipo di ricerca. www.trademe.co.nz e' il più comune qui, e' l'eBay neozelandese e praticamente va bene per tutto, ricerca della casa, del lavoro, fino alla compravendita di cose nuove o usate. Un altro sito importante  il  per lavoro e' seek.co.nz , più altri siti di agenzie di lavoro. Oppure la absoluteit.co.nz che e' la più specializzata in IT.

Come ti sei sentito quando hai scelto di partire?
Felice, pieno di adrenalina, curiosità di vedere questo paese e di come si vive cosi' lontano dall'Italia. Col tempo pero' un po' di nostalgia per la famiglia e gli amici si e' fatta sentire, ma non mi son mai pentito della scelta che ho fatto e lo rifarei senza ripensamenti se potessi tornare indietro.

Parlavi già inglese quando sei arrivato?
Il mio livello d'inglese non era malissimo quando sono arrivato, ma l'accento locale e' molto particolare, e devo confessare che dopo 4 anni qui, a volte ho ancora difficoltà a capire; mi consola che non sono l'unico pero' :)

Come sei riuscito a trovare lavoro?
Trovare lavoro non e' stato particolarmente difficile; essendo arrivato con un working holiday visa, avevo la possibilità di lavorare per 3 mesi consecutivi per una societa'. Una di queste mi ha dato un'opportunità come sviluppatore PHP, e dopo 3 mesi mi hanno sponsorizzato per il visto. Lo stipendio era molto mediocre, soprattutto per i salari IT locali, ma essendo arrivato da poco mi ero adattato.
Nel giro di anno comunque avevo cambiato già 2 lavori e nel frattempo mi avevano rilasciato il visto da residente, quindi cambiare lavoro una volta residente e' decisamente molto più facile, non essendoci più limitazioni di visti.

E’ stato difficile socializzare con i Neozelandesi?
Socializzare non e' difficile, i kiwi sono abbastanza freddi, ma se li conosci un po', in poco tempo si aprono molto.

Ora di cosa ti occupi?
Mi occupo principalmente di sviluppo web (Ruby on Rails al momento).
Ho lavorato per più di 2 anni per Terralink come sviluppatore web (PHP e Ruby on Rails) in ramo GIS e property informations. Ho cominciato da ieri un nuovo lavoro, sempre come sviluppatore web Rails, presso Sharesight. Ho competenze anche in altri ambiti, ma diciamo che oramai tendo molto più alle tecnologie web che altro.

Senti che ci sono delle differenze sostanziali nella qualità dei progetti svolti all'estero rispetto all'Italia?
In generale, qui ho trovato una professionalità e passione che in Italia non mi e' mai capitato di vedere. I progetti su cui ho lavorato in Italia sono molto "campi per aria", poco tempo, niente "code check", niente "unit tests"/"functional test"; progetti sono spesso sviluppati sotto stress, per tempo e budget.
Qui invece c'è mota attenzione ai dettagli, si discute ogni modifica / aggiunta al prodotto prima di svilupparla, non si fa nulla di fretta e furia, si ha la possibilità di sperimentare nuove tecnologie; ogni giorno si impara qualcosa di nuovo.

Consiglieresti mai a qualcuno di lavorare in Nuova Zelanda?
Lo consiglierei si, ma dipende in che ramo. I salari in media sono molto bassi, ad esclusione di pochi settori, compreso l'IT; anche l'IT di per se e' molto vario come salari, per esempio i graphic designer web hanno salari inferiori rispetto a sviluppatori, sistemisti.

Cosa pensi dell’Italia?
In Italia c'è buon cibo, tanta cultura, tanta storia, tanta arte, il clima e' migliore, si e' vicini a tutti gli stati europei, in poche ore si va in tantissimi posti, ma la mentalità delle persone e' ancora molto ma molto chiusa, e la situazione economica e sociale e' quello che e'.

Cosa pensi invece della Nuova Zelanda?
Qui c'è tanto verde, la natura e' stupenda, la vita e' molto rilassante, orari lavorativi flessibili (per esempio il comincio alle 8 e alle 4.30 di pomeriggio ho finito), persone da ogni parte del mondo, tanta integrazione, buoni servizi pubblici. Ma se non ami sport e natura c'è poco da fare, le città sono piccole, si e' lontano da tutto, c'è parecchia criminalità (non organizzata, quasi sempre legata a abuso di alcool), abuso di alcool appunto (il modo di divertirsi dei locali a volte e' penoso, a parte ubriacarsi non sanno che fare). Inoltre qui non c'è un clima continentale, il tempo e' cambia constatemene come pure la temperatura. D'estate non fa mai molto caldo (non più di 23 o 24, a meno che non vai sopra Aukland, al nord, dove c'è un clima più tropicale). Mentre gli inverni sono molto piovosi, dove sono io per esempio la temperatura invernale può essere dai 5 ai 12 gradi, e il vento può essere molto forte.

Torneresti mai in Italia?
Tornerei per la famiglia e gli amici, ma non credo che nel breve termine abbia intenzione di tornarci.

E' vero che una volta all'estero, quando si ritorna si aprono molteplici opportunità per l'Italia, o e' solo una leggenda?
Ho recentemente fatto questa domanda ad una ragazza che ha lavorato un anno in Australia, e mi ha assicurato che questa cosa e' solo una leggenda. Non saprei pero', magari per altri e' stato diverso.

Cosa farai in futuro?
Difficile rispondere. In Nuova Zelanda voglio restare altri 2 o 3 anni, almeno fino a quando mi daranno la cittadinanza (un paio di anni ancora). Mia moglie e' cinese, abbiamo intenzione di provare a vivere in Cina per qualche anno, poi vedere dove stabilirci (definitivamente? non so). I cittadini neozelandesi possono vivere e lavorare in Australia liberamente, quindi in teoria quella sarebbe un'opzione. A me piacerebbe tornare in Europa comunque, ma difficile pensare e pianificare ora. Il mondo e' grande e opportunità credo ce ne siano ovunque.


Anche voi sognate la vita sportiva a contatto con il mare e la natura?

venerdì 15 luglio 2011

Gumtree solo per le truffe? No, se si usa il buon senso.

È il più grande sito web per annunci prodotti dalle varie comunità locali. E’ stato uno dei primi 20 siti web nel Regno Unito. Ma come ogni albero, anche Gumtree ha le sue mele marce.

Se si decide di emigrare all’estero, di certo ci si può anche accontentare sulla qualità di annunci di lavoro o di affitti di una casa. Ma poiché a volte la ricerca può risultare complessa, ecco quindi che ci si rivolge a Gumtree. Famoso per la sua quantita’ di annunci prodotta da persone come noi che, ogni giorno, sperano onestamente di fare i loro affari incontrandosi in questo grande network unico nel suo genere.

Ma come nella vita reale, c'è' sempre chi tende ad approfittare dell'ingenuità cercando di creare dei servizi complessi che hanno come unico scopo quello di rubare i nostri soldi. E per quelli che come sono in procinto di emigrare o già approdati e alla disperata ricerca di una casa o un lavoro in una terra a noi ancora sconosciuta, di sicuro all’occhio del truffatore risulteremo facili prede da depredare.

Come fare allora? Basta avere un po’ di buon senso e leggere quanto Gumtree consiglia.

Consigli per chi cerca un alloggio: 
Una volta iniziata la ricerca, ci si imbatti in innumerevoli annunci di presunti allocatari che posso essere agenzie immobiliari o privati. Tenete a mente che le case nel Regno Unito non sono come in Italia. Una casa moderna, con tanto di foto che mostra camera e cucina super moderne, in zona centrale ad un prezzo ridicolo... Il buon senso dovrebbe subito farvi correre al riparo, ma se non dovesse bastare allora:
  • Controllare la casa di persona.
  • Per facilità e sicurezza personali, sempre assicurarsi di portare qualcuno con voi.
  • Persone disposte ad affittare un immobile senza farlo vedere, per esempio perché l’allocatario e’ momentaneamente all'estero, è improbabile che siano i legittimi proprietari dell'immobile.
  • Non inviare mai denaro. Che sia un assegno per posta o utilizzando i servizi di pagamento come Bidpay, Western Union o Money Gram per pagare su Gumtree. Queste forme di trasferimento di fondi sono le predilette tra i truffatori.
  • Gumtree non offre alcun tipo di protezione dell'acquirente / programmi di pagamento. Qualsiasi email ricevute che parla di tali sistemi sono truffe, anche se possono avere il logo Gumtree.
  • Non fornire informazioni personali o bancari (per esempio numero di carta di credito) ad altri tramite mail o internet .
Consigli per chi cerca un lavoro:
Oramai gumtree offre un servizio di annunci cosi imponente, che anche i vari recruiter si sono resi conto della potenzialita' di questo network. Ma anche qui valgono le regole d'oro sopracitate:
  • Incontra il tuo potenziale datore di lavoro di persona.
  • Posti di lavoro regolari non chiedono una quota per entrare nelle societa’.
  • Si dovrebbe capire il più possibile sulla società da fonti indipendenti prima di prendere una posizione. Cercate quindi su internet prima di presentarvi al colloquio. Per esempio cercateli su Linkedin. 
  • Non fornire mai dettagli del proprio conto bancario quando si fa domanda per un lavoro, ma solo successivamente alla firma del contratto.
  • “Make a fortune. Work from home”. Statene alla larga. Molte di queste offerte sono "schemi piramidali", che richiedono di reclutare altri membri al fine di essere pagati. Segnalate invece questi tipi di annunci.
Come segnalare frodi e truffe: 
Se vedete un annuncio sul sito Gumtree, che si sospetta sia spam o comunque illegale, si prega di cliccare sui link che si trova nella sezione "Report" in alto a destra della pagina dell'annuncio perche':
  • La segnalazione porta subito all'attenzione di Gumtree in modo che possa essere verificato e allo stesso tempo abbassate velocemente la sua visibilità' sul network.
  • Se si risponde ad un annuncio e la persona che ha postato l'annuncio risponde  per email con una richiesta sospetta (per esempio chiedendo soldi da inviare a loro tramite un servizio a pagamento citato prima), si prega di inoltrare le mail a Gumtree in modo da interrompere tutte le comunicazioni con quella persona.
  • Se si è vittima di una frode, informare sia Gumtree che soprattutto il servizio di polizia locale.
E ricordate, se e' una cosa e' troppo bella per essere vera, probabilmente non lo e'!

lunedì 11 luglio 2011

Appena laureato in informatica, e ora? Progettate l'estero come Dario Sacchetti.

Molti studenti, una volta terminati gli studi, provano a cercare lavoro nella loro città. Ma non Dario che, fin da subito, ha avuto le idee chiare di dove volesse andare. Ed ecco la sua storia.

Ciao Dario, dove sei ora?
Mi trovo a Lyngby, un paesino che dista 12 km da Copenhagen e nel quale si trova il DTU (Danish Technical University), ma ancora prima ero a Dublino, quindi la vera partenza per l’estero è stata verso l’Irlanda, nell’aprile del 2009.

Come sei arrivato Dublino?
Tramite un progetto molto simile al Leonardo da Vinci. Tale progetto, chiamato “Giovani In Europa”, era sponsorizzato solamente da fondi del comune di Carpi ( e non da fondi europei come spesso accade) e consentiva a 7 giovani studenti o già laureati di trascorrere 3 mesi in Irlanda durante i quali era previsto un corso di lingua per le prime 3 settimane e un’esperienza di stage presso una ditta locale che veniva individuata dall’ente ospitante. (Da li ho fatto la preparazione all’esame del Cambridge certificate.)

Ti eri già laureato quando sei partito?
Io mi ero laureato proprio quel mese e, durante il periodo in cui stavo scrivendo la tesi, cercavo un modo per andare a lavorare all’estero, dato che il mio obbiettivo era di fare un esperienza internazionale che mi potesse dare una visione allargata del mondo del lavoro.

Ma il tuo obiettivo era di lavorare all’estero?
Si, volevo fare la mia prima esperienza lavorativa fuori.

Come mai proprio Dublino?
Volevo puntare la mia esperienza su paesi anglosassoni perché, oltre a lavorare all’estero come prima esperienza lavorativa, volevo imparare l’inglese ad un alto livello. Cio' non mi era stato possibile in Italia, anche se avevo cercato di studiare inglese all’interno della mia università sfruttando ogni corso possibile. Basti pensare che ho dovuto richiedere formalmente di poter sostenere un esame di inglese di livello B poiché non previsto nel mio piano di studi. E’ assurdo pensare che in una facoltà di Ingegneria la conoscenza della lingua inglese venga considerata ancora come una materia secondaria e non una “skill” essenziale per il successo nel mondo lavorativo.

Il tuo background accademico?
Dopo aver frequentato un istituto tecnico industriale, indirizzo elettronico, mi iscrissi alla laurea triennale di Ingegneria Informatica, sede di Modena. Successivamente conseguii pure la specialistica, sempre presso la stessa Facoltà.

Avevi già affrontato un'esperienza all'estero?
A 22 anni avevo partecipato ad un campo di lavoro internazionale organizzato da Legambiente in Italia. Fu una bellissima esperienza che mi permise di aprire gli occhi su quello che c’era oltre i confini nazionali e da allora meditavo di partire per un periodo di almeno 6 mesi per l’estero. Nonostante la spinta che già avevo durante gli anni della specialistica, decisi di non partecipare al progetto Erasmus principalmente a causa della cifra minima a cui ammontava a borsa di studio che non mi avrebbe permesso di auto-sostenermi all’estero.
Se fossi andato all’estero non solo avrei dovuto far fronte a piu’ spese, ma avrei anche perso una fonte di guadagno sicura che mi ero conquistando duranti gli anni. Per di più, proprio nel periodo della specialistica, ero riuscito ad arrivare a fare il DJ nei due club più popolari di Modena con un discreto successo e non ci stavo a mollare tutto dopo anni di sacrifici.
Col tempo pero’, maturai la convinzione che se fossi rimasto ancorato a quel mondo e a quel tipo di vita non avrei mai preso il volo verso l’estero. Nel mentre ero arrivato a sostenere la laurea specialistica e mi era già stato offerto un posto fisso nella ditta presso la quale avevo effettuato lo stage con tanto di 14esima garantita. La ditta si occupava anche di Energie Rinnovabili, cosa di cui mi occupo tuttora, ed i colleghi erano eccezionali tant’e’ che mi sento con loro anche adesso. Ma ormai avevo questo chiodo fisso e nessuno riusciva più a levarmelo.
Scelsi la borsa di studio di 3 mesi per un luogo sconosciuto piuttosto che un posto fisso di fianco a casa. E’ cosi che sono finito qui!

E’ stato difficile riuscire ad ottenere una borsa di studio per l’estero?
All’inizio della ricerca, non pensavo che sarebbe stato facile ottenere una borsa di studio per l’estero. Nel mio caso però, una volta iniziata la selezione, spinto dalle mie motivazioni e aiutato dal mio background accademico, ho iniziato a rendermi conto che ce l’avrei potuta fare. Il progetto ricalcava il Leonardo come metodologia e struttura, ma non avendo ricevuto finanziamenti dalla Comunità Europea, non era propriamente una borsa di studio Leonardo Da Vinci. Si chiamava “Giovani In Europa” ed era totalmente finanziato dal Comune di Carpi in collaborazione con banche ed enti locali. In ogni caso, alla prima selezione eravamo 13 richiedenti, mentre le borse di studio a disposizione erano soltanto 7; di quei 13, 4 si ritirarono prima della prova di inglese mentre 2 decisero di non partire pur essendo stati accettati. In sostanza, tutti quelli che all’inizio erano seriamente intenzionati a partire ce la fecero.

Raccontaci di questo progetto “Giovani in Europa”?
Prevedeva due parti: la prima consisteva in 3 settimane di corso di inglese intensivo mentre la seconda prevedeva un tirocinio professionale di circa due mesi.
Il corso di inglese si è svolto in un paesino sperduto nel sud dell’Irlanda di nome Bandon nel quale alloggiavo con un altro borsista presso un ragazzo irlandese. Durante le 3 settimane si sono alternate lezioni classiche frontali con visite guidate ad alcuni dei luoghi più belli del Sud dell’Irlanda, angoli di Mondo degni di essere visitati almeno una volta nella vita.
Durante la terza settimana sono poi andato a Dublino, dove ho sostenuto un colloquio presso la ditta che dalla settimana dopo mi avrebbe assunto come stagista. Ho quindi trascorso un po’ più di 2 mesi nella capitale della verde Irlanda durante i quali ho potuto esplorare il mondo del lavoro in una delle città più dinamiche nel settore dell’Informatica.
La borsa di studio mi permetteva di non dover preoccuparmi delle spese di alloggio ed inoltre includeva una sorta di paghetta settimanale pari a 50 €, sufficienti a far fronte ai beni di prima necessità. Sicuramente 50 euro non erano tanti, ma me li sono fatto bastare! Ho sempre creduto però che le borse di studio date a chi è già laureato dovrebbe prevedere una responsabilità maggiore verso il borsista, che dovrebbe essere in grado di gestire l’ammontare del finanziamento personale in totale autonomia.

Che tipo di colloquio hai dovuto sostenere?
Il tono del colloquio è stato abbastanza informale ed era presente solamente l’IT manager. Era interessato particolarmente alle mie skills in tema di “WebServices”, tecnologie “SOAP” ed altri linguaggi di programmazione specifici. Si sono anche dimostrati interessati alla mia tesi specialistica, specialmente riguardo mysq, php e javascript. Essendo la ditta di piccole dimensioni, non ho dovuto sostenere un colloquio con il manager delle risorse umane ed aspettare giorni prima di una conferma. Al contrario, dopo pochi minuti mi dissero che ero stato preso.

Come era l’ambiente?
Certamente internazionale. L’IT manager, quello del colloquio, ed un altro collega erano russi, oltre ad alcuni colleghi polacchi, portoghesi ed una segretaria italiana. Naturalmente erano presenti anche impiegati irlandesi, con i quali, soprattutto all’inizio ed a causa del loro forte accento, il dialogo non è stato ne facile ne spontaneo per le evidenti barriere linguistiche che ancora avevo. Col tempo, poi, tutto è diventato più facile.

In Irlanda in quel periodo si viveva un forte periodo di crisi, come lo hai vissuto?
La società per la quale lavoravo aveva clienti principalmente nell’ - oil and gas industry -, quindi non ho mai visto grandi problemi causati dalla crisi. Mentre alcuni miei amici mi raccontavano di una Dublino diversa, fortemente cambiata dopo la crisi, sentivo di persone che cambiavano lavoro proprio in quel periodo. In ogni caso, non avevo termini di paragone, essendo arrivato già a crisi inoltrata.
Posso menzionarti un esempio però: ricordo l’esperienza di un mio amico che da Bologna si trasferì a Dublino agli inizi del 2000. Ingegnere informatico con master in sicurezza dei sistemi informatici ed un paio di anni di esperienza alle spalle. Quando pubblicò il suo CV su Monster.ie, il giorno dopo ricevette 18 telefonate, ognuna delle quali rappresentava un’offerta di lavoro. Ecco, nel periodo post 2008, storie di questo tipo non le ho più sentite!

Finiti questi tre mesi cosa succede?
Chiedo di restare nella compagnia per un contratto di un anno, che mi viene stipulato prima di tornare a casa per le vacanze di Agosto. La stipendio netto ammonta a circa 1700€, ma posso dire con sicurezza che era uno degli stipendi più bassi nel settore IT!
Nel frattempo andava sempre di più maturando l’idea di studiare nel campo delle energie rinnovabili. Era già da alcuni anni che mi guardavo intorno e cercavo di capire quali erano i migliori master internazionali nel settore e se erano alla mia portata. Individuai nel DTU (Technical University of Denmark) l’università su cui puntare, essendo fortemente specializzata sulle energie verdi, come d’altronde buona parte dei paesi scandinavi. Il DTU offre difatti un Master Internazionale di livello eccellente in “Sustainable Energy”, con possibilità di specializzazione in svariati campi, completamente gratuito per tutti gli studenti europei.
Preparai quindi tutta la documentazione necessaria per la domanda di ammissione, proprio come si vede nei film americani, e a Marzo 2010 spedii il tutto. Dopo meno di 2 mesi ricevetti la lettera di ammissione con le congratulazione del rettore! Ora ero consapevole che da quel momento in poi la mia vita sarebbe cambiata.


Continua...