lunedì 11 marzo 2013

Le grandi aziende di infomatica e telecomunizioni a Roma

Se sento dire che Roma ha grandi aziende di informatica e di telecomunicazioni, mi viene da ridere... poi mi passa, e in fretta anche! 

Ripenso alla totale mancanza di innovazione politica e mentale nelle aziende, dove la stragrande maggioranza degli uffici vive in condizioni pietose. Chi si litiga le sedie (perché non ce ne sono a sufficienza), chi vive in scantinati convivendo con 30 persone quando ce ne dovrebbero essere solo 10, chi attaccato ai server con quel bel rumorino di sottofondo. Chi deve far fronte a proprie spese, come un computer, perché non fornite dalle aziende per cui lavorano. Chi preferisce il contratto a progetto, perché quello a tempo indeterminato porterebbe via troppi soldi al mese, chi invece finisce a partita IVA, perché la società di consulenza non preferisce neanche più il contratto a progetto.  

La rabbia mi cresce talmente tanto da esplodere. Ma poi cosa hanno di cosi grande? Dove sta il loro prestigio? Andiamo per punti:

1) Roma vive di appalti con i ministeri come MAE, Interni, INPS, oppure le Poste Italiane, Aci Informatica o Telecom Italia. Questi sono i grandi clienti che richiedono i sistemi di informazione, per poter stare al passo con i tempi (infatti hanno Windows XP aggiornato all'ultima service pack. URRÀ!). Ma sono loro le GRANDI? MA NON SCHERZIAMO! Meglio ricominciare allora...

1 bis) Roma ha le grandi società di informatica e telecomunicazione o meglio conosciute come di consulenza informatica e telecomunicazione, dove partecipano alle gare d'appalto per poter ottenere più progetti possibili. Queste società, che sembrano più delle Man Power, non hanno un vero organico tecnico, il più e' solo amministrativo o dirigenziale, quindi su un PM di quella società, ci sara' una manciata di tecnici per progetto subordinati a lui che provengono da altre società più piccole.

2) Chi sono questi tecnici? Consulenti, per l'appunto, ma con vari titoli di studio, informatici, i più fortunati, mentre elettronici o di telecomunicazioni, se messi a studiare brutalmente. Mentre i piu sfortunati, tra ingegneri gesticolali ed economisti, finiscono tutti a studiare SAP, praticamente un prodotto software di gestione delle risorse (che culo!). Ingegneri di telecomunicazioni che vogliono lavorare con i laser? Fagli studiare SAP. Economisti che teorizzavano nuovi piani di prestito alle banche? SAP e' la soluzione. Sai allacciarti le scarpe con una magistrale in ingegneria? SAP, SAP, SAP.

3) A questo punto lo stipendio di un ingegnere, verrà sottoposto al gioco della bambola di matriosca. Ipotizzando che Ministero.it pagherà direttamente lo stipendio di un tecnico 10k€ per il suo servizio, in realtà il suo stipendio passera' prima ad una Azzenture.com che pagherà magari 5k€ alla società PincoPallino.spa che, se siamo fortunati pagherà 2,5k€ all'ingegnere, altrimenti si continuerà con il gioco di Pippo.srl, che pagherà una Pluto.snc, e cosi via... Ma aspetta, Ministero.it davvero paga gli stipendi mensilmente?!? No, le cose sono più complicate.

3 bis) Per quanto riguarda lo stipendio del piccolo consulente, il gioco della matriosca in questi casi funzione al contrario: la società piccola pagherà lo mensilità, viceversa quella grande, in questo caso Azzenture.com spetterà sistematicamente di essere pagata dal Ministero.it, cioè il grande spacciatore di servizi telematici che tiene a galla la giostrina. Ma quanto durano queste grandi società?

4) A volte meno di quanto si creda! Queste all'improvviso smettono di pagare, creando lo scompiglio maggiore. A volte addirittura falliscono, portando all'indebitamento delle piccole. Ma si mandano a casa tutti? 

5) Dipende! Al consulente in questo caso può succedere di tutto un po':
Caso 1) La Pippo.srl sopravvive e, se il progetto rimane in corsa, il consulente non noterà nulla, magari qualche passaggio di consegna delle responsabilità a qualche altra PM, ma solitamente questi rimangono gli stessi. 
Caso 2) Il consulente viene bruscamente riportato in sede, mandato a fare qualche colloquio in posti sperduti per poi essere reinserito in un'altro progetto. Per 10 anni lavoravi sulla Flaminia? Oggi puoi lavorare a Pomezia, che ne pensano i tuoi genitori? 
Caso 3) La pippo.srl non ce la fa. Ora se eri a P.IVA o progetto, la tua vita aveva le gambe corte ancor prima che tu aggiornassi il CV, altrimenti aspettavi di andare in cassa integrazione e mobilita', nella speranza di farti assumere. 
Caso 4) Il consulente pensa: "Ora i licenzio e scappo via! Fanc#*@ tutto e tutti, queste teste di ca££@ non mi meritano..." oh no aspetta, quello sono io!?! 

Quindi, ma dove sono le società GRANDI a Roma?

Siamo ben lontani dall'avere delle grandi aziende di informatica e telecomunicazioni. Roma vive di grandi società di consulenza, esistono pochissime software house, e la start up e' una parola che deve essere spiegata a chi dovrebbe finanziare. Queste tipo di società non hanno alcun interesse nell'investire in idee, anzi... 

Questo e' un modo di fare business che fa schifo! 


7 commenti:

andima ha detto...

azz e che sfogo! Non posso giudicare perché non ho mai lavorato a Roma, anche se qualcosa la potrei confermare da esperienze di amici, finirei facilmente nel generalizzare, quindi evito e dico solo "stai sputando nel piatto dove mangiavi" (cit.) :D

Unknown ha detto...

No Andima, qui ti sbagli, io non ci sputo, mi tiro giù le braghe! XD

andima ha detto...

@Stefano
era ironico con la "citazione":) Comunque sebbene questi sfoghi facciano bene e vengano dettati da qualche evento o qualche bottone che ha innescato le mani sulla tastiera, la generalizzazione è sempre dietro l'angolo, anche perché ho diversi amici con ottime esperienze a Roma da anni, quindi non so, sarà sicuramente una giungla ma con le sue isole felici, che però altrove non sono isole ma continenti magari (e questo è un punto importante). C'è anche da dire che, per quanto mi riguarda, stanco di ascoltare diversi lamenti su Roma, non volli neanche provarci e non mandai nemmeno un cv in Italia, poi anche per altri motivi feci il biglietto per Dublino e ciao.

Unknown ha detto...

Assolutamente, infatti penso solo che rappresenti solo la realtà che ho vissuto io, quando ho iniziato ho lavorare! Daltro canto per esempio c'è il gioco delle scommesse che crea un mercato non da poco conto! Cè la RAI, anche se... Cè Microsoft Italia, la sede della HP, in verità ce ne sono di aziende, ma anche queste non sono paradisi! Ci saranno anche delle realtà positive, ma fin'ora ne ho raccolte poche da poter dire che c'è speranza!

Unknown ha detto...

Niente di più vero. Il sistema di scatole cinesi stile Accenture fa schifo (grazie francesi per aver inventato la consulenza). Colui che viene penalizzato di più è proprio il consulente, il professionista che in fin dei conti è l'unica persona che produce direttamente, che viene pagato una miseria a causa della catena tra lui e il cliente finale, che spera di non essere trasferito il giorno dopo, che sopporta e riverisce il cliente sperando segretamente di essere un giorno assunto come interno per potersi guadagnare un po di tranquillità. Sono stato fortunato a capire tempo fa che questa era la realtà che mi aspettava, ho preso un volo per Londra e non me ne sono mai pentito.

Numa Pompilio ha detto...

Grandissimo...confermo tutto!
Lavoro da 2 mesi nella situazione descritta da te. Accenture, il grande carrozzone ENEL, operatori di call center trasformati in consulenti, SAP SAP SAP...

Unknown ha detto...

D'accordo al 100%...purtroppo. Oltretutto si è creata una classe di lavoratori (di cui faccio purtroppo parte) ibrida: il "dipendete precario". Perchè, come ribadisci nell'articolo, anche se sei assunto non vedi più in là di quanto non riesca un precario vero. Perchè a Roma esistono solo società di servizi ma nessuna vera società di informatica.